Piove di Sacco, tra cultura e paesaggio

Il centro di Piove di Piove di Sacco è di un sistema di piazze contigue tra loro, realizzato a inizio Novecento nell’ambito di un intervento urbanistico, progettato dall’ingegner Francesco Gasparini. Il centro è dominato dalla trecentesca torre carrarese, unica superstite delle quattro fatte erigere a difesa di Piove di Sacco da Francesco da Carrara il Vecchio.

In prossimità del duomo inizia via Garibaldi, porticata sui due lati e ricca di palazzi nobiliari, un tempo nota come “contrà Pozzobon” per il pozzo riscoperto davanti al municipio. Sotto i portici sono presenti dipinti di autori contemporanei (Leo Borghi, Gianni Longinotti e altri).

Piove di Sacco Torre dell'Orologio
Piove di Sacco Duomo
Piove di Sacco piazza

All’inizio della via, piazza Matteotti conserva un pilo portabandiera in pietra d’Istria (il «palo di S. Martino») che reca scolpiti gli stemmi del podestà Malatesta e S. Martino, con la data 1591. La piazza è dominata da palazzo Jappelli, sede municipale, costruito nel 1821-23 da Giuseppe Jappelli su un precedente edificio pubblico di epoca carrarese. All’interno, la sala dei Melograni conserva splendidi ritratti a matita e a pastello del pittore piovese Oreste Da Molin (1856-1921), una raccolta di stemmi della città e il sipario originale del Teatro filarmonico (1867-68).

Tra i palazzi di via Garibaldi vanno citati palazzetto Sartori (civico 17-19), con una bella trifora di archi a tutto sesto, palazzo Morana Stazio Gradenigo (civ. 45), di origine seicentesca e con bella barchessa interna, palazzo Pinato Valeri (civ. 54) detto anche palazzo neogotico, ricostruito nell’Ottocento con elementi più antichi, il cinquecentesco palazzo Morosini-Corazza (civ. 71-73), il seicentesco palazzo Badoer (civ. 83), palazzo Pasqualigo-Bertani Doardo (civ. 76), dalla facciata scandita dai tre ordini architettonici e ricca di elementi decorativi, che conserva anche una barchessa, palazzo Querini Dante, con una trifora in facciata.

In via Roma: dopo pochi passi si apre una piazzetta con al centro il monumento ai Quattro Fattori (Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini, 1900). Domina la costruzione rosa, decorata con stucchi e specchiature in marmorino, che comprende al piano terra lo storico caffè Grande e a quello superiore il teatro Filarmonico. Il precedente piccolo caffè del Casino fu affidato nel 1861 alla Società del teatro Filarmonico, che l’anno dopo fece erigere l’attuale edificio la cui facciata fu decorata da Giovanni Battista Tessari.

Fulcro del centro sono le gallerie porticate: spazio lineare in cui vocazione commerciale, tradizione, cultura e innovazione convivono. I portici e le piazze del centro, quali principali luoghi produttivi e di relazione, sono l’espressione viva del commercio e attraggono flussi di provenienza extra comunale (si conferma il dato già riportato nei precedenti progetti: circa il 50% dei clienti dei negozi di Piove di Shopping provengono dai comuni limitrofi). L’accessibilità al centro risulta agevole per la presenza di parcheggi, fermate di mezzi pubblici e stazione ferroviaria (a 500 mt dal centro storico). 

Piove di Shopping, dal punto di vista dell’articolazione merceologica e della configurazione spaziale del sistema commercio, viene considerato un centro commerciale naturale versatile e attrattivo, con esercizi di vicinato estremamente variegati, piccole e medie strutture di vendita che compongono un susseguirsi ininterrotto di fronti commerciali sotto i Portici.

Piove di Sacco piazza
Piove di Sacco vie del centro
Piove di Sacco vie del centro

Cenni Storici

Da dove ha origine il nome di Piove di Sacco?

Inizialmente si chiamava Corte di Sacco, poi intorno all’anno Mille il vescovo Gauslino vi fece costruire una Pieve e cambiò nome. La parola pieve indicava una grande parrocchia da cui ne dipendevano altre minori. Invece sull’origine del termine Sacco non vi è certezza, secondo alcuni deriverebbe da Esaco, cognato di Antenore presunto fondatore di Padova. Secondo altri invece deriverebbe da Saces, un militare nominato anche da Virgilio.

Un’ipotesi molto fantasiosa lo fa derivare invece da Saci una popolazione siriana nominata da Plinio il Vecchio. Secondo un’ipotesi più accreditata invece deriverebbe da “saccum” termine che indicava i terreni di proprietà del fisco regio. Valida è anche l’ipotesi che lo fa derivare dalle sacche, insenature senza vie d’uscita, formate dai corsi d’acqua.

Piove di Sacco cenni storici
Libro scritture antiche

Curiosità

Storia della Stampa

Non tutti forse sanno che uno dei primi libri interamente in ebraico stampato in Italia è stato stampato a Piove di Sacco nel 1475 o 1478.
Il libro era il Corpus iuris et rituum di Jacob ben Asher e venne stampato da R. Meshullam Kozi.

Personaggi illustri

Oreste da Molin

Nacque a Piove di Sacco (Padova) il 19 maggio 1856 da Antonio e Chiara Carraro. A quattordici anni disegnava a carbone, sul muro del corridoio di casa, i maggiori avvenimenti della guerra del 1870 dove si scorgeva già anche una certa tendenza all’introspezione. Dopo aver frequentato a Piove la scuola d’arte locale, nel 1873 entrò all’Accademia di belle arti di Venezia, dominata dall’influenza del Favretto e di G. Ciardi. Subito dopo, moriva il padre, a due anni di distanza dalla madre, ed egli veniva affidato alle cure di un tutore. Malgrado le difficoltà del momento continuò i suoi studi, ottenendo premi in disegno, ornato, disegno anatomico, pittura e nudo. Durante gli anni in cui egli frequentò l’Accademia veneziana, si recò per alcuni mesi a Napoli, attratto soprattutto dal Morelli. Questo soggiorno ebbe proficua influenza sulla sua produzione, soprattutto nel modellato delle figure e nell’uso del chiaroscuro. Dotato di grande umanità e generosità.

Oreste da Molin
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Collaborazioni